Il gatto scrittore.
Il gatto scrittore.
In un piccolo paesetto di montagna viveva un
gruppo numeroso di gatti. Ogni gatto aveva il suo
padrone; c'era addirittura una famiglia che possedeva
tra gatti siamesi. Erano una coppia con il figlio: Leila,
Jerry e Gene. Gene era un gatto vivace e curioso come
tutti i gatti ma a differenza degli altri aveva un sogno
particolare: pubblicare un libro. Vi domanderete tutti:
pubblicare un libro? Ma come fa un gatto a scrivere e
pubblicare? Vedete... Gene rispetto agli altri era un
gatto speciale. La sua famiglia era ospite in casa di un
famoso scrittore che aveva una passione per i gatti siamesi.
Questo signore appena vide Gene se ne innamorò subito.
Tra i due nacque una bella intesa e il gattino divenne il
prediletto dello scrittore. Solo a lui era permesso entrare
nel suo studio quando lavorava ai suoi romanzi. L'uomo
notò che fin da piccolo Gene aveva una passione per le
penne. Non le mordicchiava ma le teneva fra le zampe con
molta cura quasi fosse qualcosa di fragile. Stava anche
ore a osservare il suo padrone mentre scriveva e un bel
giorno provò a imitarlo e compose su un pezzo di carta la
sua prima parola. L'uomo rimase stupefatto e disse rivolto al gatto
<< Ma tu... tu sai scrivere!! >>
<< Sì! Miaooo! >>
<< Ma com'è possibile tutto ciò! >> chiese meravigliato lo scrittore.
<< Ti ho osservato tanto mentre scrivevi e così ho visto come si fa! >>
<< Io rimango senza parole! >>
<< Non devi stupirti! So parlare e mi sembra che i gatti comuni
non sappiano parlare con gli umani e come riesco a
parlare posso riuscire anche a scrivere! >>
<< Non hai tutti i torti Gene! Chissà quante cose potresti scrivere! >>
<< Tante! Il mio sogno nel cassetto è di pubblicare un libro e
diventare uno scrittore come te! >>
<< Pubblicare un libro? >>
<< Sì! Mi piacerebbe tanto!! >>
<< Capisco! Vedo che sei molto motivato a
realizzare questo tuo sogno! >>
<< Sì lo sono! Voglio dimostrare quanto valgo
sopratutto ai miei genitori! >>
<< Perché? Leila e Gerry ti adorano! >>
<< Sì! Ma dicono che io non valgo nulla e non so fare nulla! >>
<< Ora comprendo di più il tuo stato d'animo! Non ti rimane
che scrivere e poi se ciò che scrivi sarà buono
vedremmo di pubblicartelo. Che ne dici? >>
<< Magari! Sarebbe davvero bello!! >>
<< E allora datti da fare Gene! Scrivi, scrivi tanto ma bene! >>
<< Lo farò anche se i miei non saranno contenti! Questa è
la mia vita e il mio desiderio è scrivere e pubblicare libri! >>
L'uomo stava guardando nel cassetto vicino; trovò un quaderno
e lo porse a Gene
<< Tieni... Gene! Questo è per te! Qui puoi scrivere tutto ciò che vuoi! >>
<< Grazie! Grazie mille! >>
<< La penna ce l'hai già! Datti da fare amico!! >>
<< Grazie! Grazie di tutto! >>
Disse entusiasto il gatto. E così con quaderno e penna
in mano da quel giorno Gene iniziò a scrivere. Non disse
nulla ai suoi genitori perché immaginava che loro non avrebbero
compreso e così scriveva senza farsi vedere. Scriveva quando
stava in compagnia del suo padrone. La penna scorreva sul
foglio come per magia e Gene si divertiva a comporre favole
per bambini. Erano piccole favole adatte ai più piccini, ma
erano favole divertenti e fra le righe nascondevano anche
delle morali. Il gatto le faceva leggere al suo padrone e
l'uomo rimaneva senza parole. Spesso diceva
<< Gene... tu mi lasci senza parole! Le tue favole sono stupende! >>
<< Ti ringrazio! Ma lo dici per davvero o fingi? >>
<< Io non sono abituato a mentire! Non sarebbe giusto nei riguardi
di chi cerca di scrivere e di esprimere ciò che ha dentro. Se dico che
le tue favole sono belle è la verità! Non lo dico per
illuderti! Continua a scrivere Gene e poi vediamo! >>
Il gatto era entusiasta di quanto l'amico gli aveva detto
e preso da tale euforia riprese a scrivere le sue storie.
Passava molto tempo nello studio dello scrittore e i
genitori iniziarono a rimproverarlo. Il primo rimprovero
lo ricevette dal padre
<< Gene! Si può sapere cosa fai sempre nello studio del
nostro padrone? Non ti sembra di esagerare? Passi ore
lì! Ti sei completamente dimenticato di noi! >>
<< Non è vero che mi sono dimenticato di voi! Il
fatto è che mi piace star lì! Tutto qui! >>
<< Non è che magari stai combinando qualcosa? >>
<< No! Non sto combinando nulla! Sta tranquillo papà! >>
Gene sapeva di mentire ma non se la sentiva, per ora, di
dire la verità. Conosceva bene il carattere dei suoi. Il gatto
comunque non voleva arrendersi. Quando usciva a fare le
sue passeggiate rifletteva sul suo operato ed era felice di
ciò che stava realizzando. Stava bene con se stesso e si
sentiva pure realizzato. Quando pensava ai suoi il discorso
cambiava. Sapeva bene che loro non l'avrebbero presa
di buon grado questa sua avventura nel campo letterario.
Aveva paura che lo fermassero e lui non voleva questo
da parte loro. Ciò che desiderava era pubblicare e per
ora voleva portare avanti il suo progetto da solo; quando
il libro sarebbe stato quasi pronto avrebbe rivelato loro.
Gene preferiva muoversi in questo modo anche se a dire
il vero soffriva. Tener nascosto tutto gli pesava, ma non
voleva essere bloccato; a volte si sentiva incompreso.
Spesso si domandava perché doveva star così male pur
sapendo che in fondo non stava facendo nulla di male. Si
sentiva colpevole pur non avendo colpe perché non faceva
nulla di male: la sola colpa che Gene sentiva di avere nei
confronti dei suoi era quella di nascondere tutto a loro.
Questo era il suo cruccio ed era questo che lo faceva
soffrire. Ogni tanto pensava di mollare tutto ma poi diceva fra sé
<< Perché devo mollare tutto! Non sto facendo mica nulla di male!
No! Io vado avanti e loro non mi potranno fermare! Lì metterò
davanti al fatto compiuto e magari rimaranno a bocca aperta!
Finalmente vedranno quanto valgo! E se poi non capiranno?
Non importa! Io andrò avanti lo stesso! >>
Questo suo pensiero Gene lo rivelava anche ai suoi più cari
amici gatti. Loro lo appoggiavano in questa sua impresa e lo
stimavano per il coraggio che aveva nel portare avanti la sua
idea. Diciamo che Gene era appoggiato da tutti i gatti che
conoscevano il suo sogno. Solo i genitori non lo sapevano:
erano gli unici a non conoscere questa verità. Il gatto stava
attraversando un momento davvero particolare ma non gli
mancava la fantasia e scriveva, scriveva favole con grande
passione. Un bel giorno scrisse l'ultima favola della sua
raccolta: ne aveva scritte trentasei. Era felice e fece leggere
la favola al suo amico scrittore. Il risultato del suo lavoro
venne molto apprezzato dallo scrittore che promise al gatto
che avrebbe realizzato un libro con i suoi racconti.
Gene non stava più nella pelle per l'eccitazione.
Vedeva realizzarsi il suo sogno ma poi al pensiero
dei suoi si rattristò. L'uomo chiese al gatto
<< Che hai Gene? Vedo che ora sei triste! >>
<< Ma! Io sono felice e non vedo l'ora di vedere il mio
libro! È un sogno che si realizza per me, ma ho paura!
Ho paura che i mei non capiscano e non siano orgogliosi
di me. Tutti mi appoggiano, ma so che da loro non ho appoggi! >>
<< Perché dici così! Io penso che loro saranno orgogliosi di te! >>
<< Tu non li conosci abbastanza! Io so che si arrabbieranno con me! >>
<< Perché dovrebbero! Non hai mica fatto nulla di male! >>
L'uomo fece una pausa ed intanto osservava il suo gatto che
aveva un'aria così maliconica. Ad un tratto chiese a Gene
<< Ma tu lo hai detto ai tuoi? >>
<< No! Non l'ho ancora detto! Lo farò, ma non ora,
non voglio che blocchino il mio sogno! >>
<< Perché dovrebbero bloccarlo? >>
<< Loro sono un po' all'antica! Certe cose non le comprendono! >>
<< Comunque prima o poi lo devi dire anche a loro! Prima
lo fai e meglio stai e se sei tu a dirlo prima che
lo sappiano da altri è anche meglio! >>
<< Lo so! Ma preferisco andare avanti con il progetto e
quando sarà il momento lo farò presente anche a loro.
Avevo pensato di metterli davanti al libro stampato,
ma forse è meglio che lo dica prima. >>
<< Sì! È meglio! >>
Gene rimase pensieroso. Si vedeva che era irrequieto
e qualcosa lo turbava. Passeggiava nervosamente nello
studio dello scrittore ed ogni tanto saltava sopra la
scrivania ad osservare il suo amico che scriveva.
L'uomo ad un certo punto disse al gatto
<< Sta tranquillo Gene! Vedrai che tutto andrà bene!
Io ora chiamo il mio Editore e gli parlo del tuo libro! >>
<< Grazie! Sono davvero felice ma... meglio non dirgli che
sono un gatto! Lui non crederà che i gatti scrivono! >>
<< Tranquillo! Ci penso io!! >>
Detto ciò prese il telefono in mano e chiamò l'Editore che
dall'altro capo della cornetta rispose subito. L 'uomo
raccontò di aver letto delle favole che a suo dire erano
meritevoli di essere pubblicate. Naturalmente l'editore
era curioso e decise di andare a casa dello scrittore nel
primo pomeriggio. Gene lo seppe subito ed era tanto
agitato che non riusciva nemmeno a fare il suo sonnellino
quotidiano. L'Editore arrivò in casa dello scrittore con largo
anticipo sull'orario previsto. I due entrarono nello studio
confabulando fra loro. Lo scrittore prese in mano il manoscritto
e lo porse in mano all'Editore che lo lesse con molta attenzione.
Gene in quel momento stava davanti alla finestra e si fingeva
tranquillo. Terminata la lettura del manoscritto l'Editore disse
<< Hai ragione! Queste favole sono un vero capolavoro! Ma chi
le ha scritte? Vorrei conoscere lo scrittore! >>
Lo scrittore puntò il dito verso il gatto e disse
<< È lui ad averlo scritto! >>
<< Ahahahahaha! Hai voglia di scherzare! Un gatto
che scrive! Questa è proprio bella! Dico... non mi va di
esser preso in giro! Queste favole le hai scritte tu
o un'altra persona? >>
<< Ti sto dicendo la verità! Le ha scritte il mio gatto! >>
<< Senti... sii serio per favore! >>
<< Ora te lo dimostro! Gene... vieni qui per favore! >>
Gene si diresse verso la scrivania del suo padrone e vi
saltò sopra con un agile balzo. Si avvicinò all'amico e
gli fece le fusa. L'uomo lo accarezzò e presa in mano
carta e penna la porse al gatto dicendo
<< Gene... fai vedere a questo mio amico Editore che
sai scrivere! >>
Il gatto non se lo fece ripetere e presa la penna fra le
zampe iniziò a scrivere una favola. L'Editore rimase senza
parole: non gli era mai capitato in vita sua di vedere un
gatto che scriveva. Quando Gene terminò la favola disse
<< Ecco... la favola è terminata! Spero le piaccia! Come vede
io so scrivere e le favole che ha letto sono frutto
della mia fantasia! >>
<< Ora non ho più dubbi! Devo farti i mei complimenti e
mi devo anche scusare se ho dubitato delle tue
capacità letterarie! >>
<< E' normale che abbia dubitato perché i gatti non sanno
fare ciò che faccio io ed io sono felice di saper scrivere! Mi
fa un enorme piacere sapere che le mie favole le sono
piaciute! Il mio sogno è di poterle pubblicare; pensa
che si possa fare? >>
<< Sì! Le tue favole le pubblico e lo farò a mie spese!
Te lo meriti perché sono delle favole davvero belle ed
originali e poi ti aggiungerò anche quest'ultima che hai
scritto e che mi è piaciuta. >>
L’Editore fece una pausa breve e poi aggiunse
<< Congratulazioni Gene e ben venuto nel mondo dell'editoria! >>
<< Grazie, grazie, grazie davvero! Non sa quanto sono felice per
questo! Grazie! >>
<< Di nulla Gene! >>
e rivolto verso lo scrittore aggiunse
<< A quanto pare hai un rivale: sono convinto che
Gene farà strada! Sei fortunato ad avere un gatto scrittore in casa! >>
<< Sì! Sono molto contento di avere Gene! Gli voglio un mondo
di bene e mi tiene tanta compagnia! >>
<< Ne sono convinto! Bene... io vado e mi metto al lavoro!
Mi farò vivo presto con la bozza del tuo libro Gene! >>
<< Grazie! Non vedo l'ora di vederla! Grazie davvero! >>
Si vedeva lontano un miglio che il gatto era al settimo
cielo; il suo sogno si stava per realizzare. Pochi giorni
dopo l'Editore telefonò allo scrittore e disse che aveva
quasi completato la bozza del libro e che il risultato era
antastico. Gene era super felice. Non vedeva l'ora di
vederla. L'unica nota stonata veniva dal fatto che ancora
non aveva detto nulla ai suoi genitori e adesso era giunto
il momento di farlo. Gene se pensava al suo libro era al
settimo cielo, ma il pensiero di dirlo ai suoi lo turbava.
L'amico scrittore gli disse anche che se voleva parlava
lui con i suoi, ma il gatto gli disse che era giusto a suo
avviso farlo personalmente e così un bel giorno prese
coraggio e fece quel passo. Uscì dallo studio dello
scrittore e andò dai suoi che stavano acciambellati a
sonnecchiare sopra il loro divano preferito. Gene
con un salto si mise fra loro e disse
<< Papà, mamma vi devo parlare di una cosa fantastica! >>
<< Che c'è Gene! >>
chiese il padre sbadigliando e Gene iniziò il suo racconto così:
<< Voi ultimamente mi avete chiesto spesso cosa facevo
nello studio del nostro padrone. Naturalmente gli faccio
compagnia perché vederlo sempre lì solo mi dispiace, ma
c'è di più: io non solo gli faccio compagnia, ma scrivo. >>
<< Scrivi? >>
chiese la madre a Gene ed egli continuò a parlare
<< Sì! Io scrivo e sono felice quando scrivo! Mi piace
scrivere e il mio sogno nel cassetto era di pubblicare un libro. >>
<< Pubblicare un libro? >>
Chiesero in coro i due genitori ed il gatto proseguì
<< Sì! Pubblicare un libro! Ebbene... questo mio sogno sta
diventando realtà! L'Editore ha letto le mie favole e gli sono
piaciute e sta preparando la bozza del mio libro. Penso che
a breve uscirà in stampa. >>
Gene aveva terminato il suo racconto ed i genitori
iniziarono a rimproverarlo dicendoli
<< Ma tu sai quello che stai facendo? Ti rendi conto? E
perché a noi lo dici solo ora? Scrivere un libro... sei
fuori di testa! >>
Gene immaginava da tempo questa loro
reazione e non ebbe timore a rispondere
<< Io non sono fuori di testa e so benissimo ciò che faccio!
Io sto realizzando un mio sogno e mi rendo conto perché ne
vado fiero. Non l'ho mai detto a voi prima perché se lo dicevo
mi avreste impedito di portare avanti questo progetto. Ora che
il libro è quasi pronto ve l'ho detto ed immaginavo pure questa
vostra reazione. Dovreste essere orgogliosi di me ed invece...
Posso anche dirvi che il mio libro verrà presentato al pubblico
e spero tanto che voi veniate! >>
Entrambi i genitori risposero in coro
<<No! Noi non saremmo presenti! E questa è la nostra decisione! >>
<< Comunque se cambiate idea le porte sono aperte! >>
Continuarono a litigare, ma Gene seppe tener banco ad
entrambi. Piano piano le acque si calmarono ed il gatto
scrittore tornò nello studio del suo padrone con le orecchie
basse e la coda fra le gambe. Fra se mormorava
<< Loro non capiscono nulla! Sono di mentalità antica! Io
non sto facendo nulla di male! Io vado avanti con il mio sogno! >>
Lo scrittore appena lo vide entrare si accorse subito che il gatto
era triste e non chiese nulla. Fu Gene a parlare
<< Ho dei genitori che non capiscono nulla! Invece di essere
orgogliosi di me mi rimproverano e si sono arrabbiati perché
non ho detto a loro che scrivevo. Io me lo aspettavo
questo da loro, ma non importa! Con o senza loro io vado
avanti per la mia strada anche perché so che non sto
facendo nulla di male e sono orgoglioso di me stesso! >>
<< Fai bene Gene ad andare avanti per la tua strada!
È la tua vita e la devi vivere a modo tuo! >>
<< Grazie! Grazie di cuore! >>
Detto ciò il gatto fece le fusa al suo amico e questi gli ricambiò
con le carezze. Trascorsero pochi giorni e l'Editore si presentò
da loro con la bozza del libro. Gene rimase senza parole!
Era emozionato e gli sembrava di vivere un sogno. La
bozza del libro era perfetta e stupenda e così il libro del
gatto venne stampato. Arrivò anche il momento della
presentazione del suo libro e per Gene fu una grande
emozione. Accompagnato dal suo amico scrittore entrò
nella sala dove si svolgeva la presentazione e rimase
senza fiato: era gremita di gente. C'erano tante persone che il
gatto non conoscevano ma ne mancavano due a lui molto care:
i suoi genitori. Questa mancanza lo rattristava dentro, ma
fuori si vedeva che era felice ed emozionato per questo
suo grande successo. Fu una serata emozionante.
Vennero lette alcune favole e le persone le ascoltarono
con grande interesse e si complimentarono con il gatto per i
bellissimi racconti che aveva scritto. La serata scivolò via in
modo meraviglioso ed il libro di Gene ebbe un successo
strepitoso. Questo fu solo l'inizio di una grande avventura.
Gene scrisse tante storie e pubblicò tanti libri e si sentì
un gatto felice e realizzato.
Copyright Patrizia Andrich