Un paio di vecchie scarpe

 

 

Un paio di vecchie scarpe.

 

C'era una volta, un vecchio paio di scarpe che se

ne stavano in un angolo della scarpiera. Erano

scarpe da ginnastica abituate a correre su

sentieri anche impervi. Avevano percorso già

tanta strada e molta ne avrebbero percorsa,

se non fosse a loro accaduto, uno sgradevole

incidente. Purtroppo però, proprio a causa di

quell'incidente, ora giacevano nella scarpiera.

Erano piuttosto malinconiche e invidiose delle

altre scarpe, che ogni giorno, potevano essere

indossate dalla padrona per lunghe camminate allaria aperta.

Immancabilmente quando arrivava la sera, la scarpa destra diceva:

<< Così un altro giorno è passato e siamo ancora qui

in quest'angolo, chissà quando si deciderà

la padrona a buttarci via! >>

<< Vedrai, prima o poi arriverà il momento!Certo

che se tu non ti rompevi per prima, potevamo

ancora camminare! >> commentò la scarpa sinistra.

<< Ah, ecco! Ricominci ancora con questa storia?

Dai racconta anche a tutte le altre scarpe che sono

qui cosa è successo, del perché mi sono rotta per

prima. Conoscono tutta la storia a memoria, ormai! >>

<< Non credo sappiano tutta la storia, non me la

lasci mai raccontare! >>

<< E dai... parla, ripeti a tutti del perché io mi sono

rotta per prima, ma vedi di riferire nel modo giusto,

perché poi io dirò la versione corretta dei fatti! >>

<< La mia versione è quella giusta, non ci sono dubbi! >>

La scarpa sinistra fece una breve pausa e poi iniziò il racconto.

<< Vedete... camminavamo, o meglio correvamo, lungo

un sentiero assai pietroso. Era un viottolo pieno di sassi

molto pungenti. Io ero contenta di correre in quel luogo

immerso nella natura ma ahimè a un certo punto,

alla mia sorella scarpa si slegò il laccio. Mi

raccomandavo sempre di far che la padrona

potesse legare bene i lacci, ma lei ottusa non mi

da mai retta. Io da sempre sono la prima a fare il

passo e senza volerlo, ho calpestato la stringa.

La nostra padrona, per quel laccio slegato è caduta

per terra. Mia sorella nel cadere finì sopra un masso

spigoloso e così quellodioso sasso, recise la sua

tomaia rompendola. Da allora siamo qui in quest'angolo,

ad aspettare il nostro destino. Anchio so già che prima

o poi la padrona ci butterà via!È solo questione di tempo. >>

La scarpa sinistra sospirò

Sollevatosi da un antro buio, una bellissima scarpa

elegante nera con il tacco alto, prese a dire:

<< Bè! Da quanto hai raccontato lei, non è colpevole!

Certo... il laccio poteva essere eseguito forse in

modo più sicuro, ma quanto è accaduto, è solo pura fatalità. >>

<< Hai ragione! >> intervenne la scarpa destra e aggiunse

<< Nessuno lo poteva prevedere! Perciò cara

sorella ora vedi di piantarla con questa lagna. >>

<< Va bene, va benenon ne parlerò più! >>

E fu così, che la scarpa sinistra si ammutolì, e

dopo poco si mise a piangere in silenzio per non

farsi sentire. Aveva gli occhi gonfi e rossi dalle

lacrime versate. Nella scarpiera intanto era sceso

il silenzio, tutte le scarpe si addormentarono

tranne la povera malinconica scarpa destra che

a occhi aperti sognava di poter correre ancora

come prima, sospirando con malinconia. Ecco

che qualcosa di strano stava per accadere; un

fruscio come una folata di brezza leggera irrompe

nella scarpiera e si trasforma in una figura di donna

desile corporatura e dalla piccola statura, ma

molto graziosa. Completata la sua metamorfosi, esclamò:

<< Ah cosa mi tocca... povera me! Ormai non ho

più l'età per certe cose! Uff ma che posto angustio

questo! C'è un insopportabile odore di chiuso, e non

vedo nemmeno, dove metto i piedi! Spero di

uscire salva da qui. >>

La scarpa sinistra sentì queste esclamazioni e non

resistette ad intervenire e dire la sua:

<< Ma... ma chi è che si lamenta così? >>

<< Sssss! Parla piano altrimenti svegli tutte le altre scarpe! >>

<< E tu chi sei? Da dove sei venuta e poi come hai fatto

ad entrare in questa scarpiera? >>

<< Per favore... vuoi parlare un po' più piano

che altrimenti svegli tutte le altre scarpe? >>

La scarpa abbassò il tono di voce e disse bisbigliando:

<< Chi sei tu? >>

<< Se stai zitta ora, te lo dico! >>

La figura misteriosa che in realtà era una fata, fece

una breve pausa e notando che la scarpa rimaneva

in silenzio, ne approfittò per dare spiegazioni:

<< Io sono la fatina delle scarpe. Sono stata

inviata dal regno magico delle fate, per aiutare te

e tua sorella. Qualcuno ci ha riferito che da qualche

tempo giacete in quest'angolo della scarpiera e che

probabilmente domani sareste state gettate. La

persona che mi ha riferito tutto ciò, mi ha pregato di

salvarvi e così, eccomi qui! Sono venuta farvi ritornare

come nuove. Se la vostra padrona non vi ha ancora

buttato via, è perché è molto affezionata a voi e sogna

ancora di potervi indossare. Con la mia magia tornerete

nuove e potrete ancora correre per tanto tempo. Una

cosa però: devi mantenere il segreto con tua sorella,

altrimenti la magia svanisce nel nulla e come

scarpe rotte sarete gettate via. Mi prometti di

mantenere questo segreto? >>

Quasi commossa dalla gioia di poter

correre ancora, la scarpa sinistra disse:

<< Sì, te lo prometto! Non dirò nulla a mia

sorella, perché io voglio tornare ancora a

correre come prima! >>

<< Bene, sono sicura che manterrai il segreto!

Ora chiudi gli occhi e avvicinati più che puoi all'altra scarpa. >>

<< Così? >>

disse la scarpa avvicinandosi alla scarpa destra.

<< Sì, così va bene! Ora chiudi gli occhi ed aspetta

che ti dica io quando aprirli. >>

La scarpa eseguì il comando ed attese che la fata le

ordinasse di riaprire gli occhi. Dopo qualche

minuto la fata disse bisbigliando:

<< Ora li puoi aprire! >>

Detto ciò la fata sparì. La scarpa riaprì gli

occhi ma chiusa dentro ed al buio non poté

accorgersi di nessun cambiamento.

la mattina seguente, la padrona delle scarpe,

decise di far un po' di spazio nella scarpiera

ormai traboccante. Aveva in mano un sacco

dell'immondizia e iniziò a metter dentro le vecchie

scarpe che non indossava da qualche tempo. Quando

prese fra le mani le scarpe da ginnastica a lei molto care,

le guardò con malinconia e sospirando disse:

<< Quante corse ho fatto con voi! Mi stringe il cuore dovervi buttare! >>

Ma poi d'un tratto guardò, i suoi occhi erano increduli.

Le girava di qua e di la fra le mani. Le guardò ancora

sopra e sotto, e quasi commossa, disse:

<< Ma... ma è un miracolo! Non posso credere che

siate tornate come nuove! Sì, siete tornate proprio

come nuove! Come sono felice! E io che stavo quasi per buttarvi! >>

Mentre diceva questo, le indossò e iniziò a camminare,

felice di aver ritrovato le sue amate scarpe da ginnastica.

La scarpa destra era pure lei incredula. Nella sua tomaia

non c'era ombra di squarcio e le suole di entrambe le

scarpe erano senza buchi. Sotto voce e per non

farsi sentire bisbigliò alla scarpa destra:

<< Ma... com'è potuto accadere tutto questo?

Stavamo quasi per esser buttate! >>

<< Non lo so! È davvero un miracolo! >>

disse mentendo, la scarpa sinistra.

La gemella destra non chiese mai nulla e

la sinistra poté così conservare per se il

segreto. La padrona delle scarpe le usò all'infinito.

Nessuna delle due si ruppe più, e le scarpe da

ginnastica furono felici di correre per sempre.

 

© Copyright Patrizia Andrich